venerdì 22 maggio 2009

QUARTO POTERE


Con la sentenza n. 4454/09 il TAR Lazio ha accolto il ricorso della dott.ssa Forleo contro il provvedimento del CSM che il 22 luglio 2008 ha ordinato il suo trasferimento dal Tribunale di Milano per incompatibilità ambientale. La dott.ssa Forleo ha impugnato anche tutti gli atti collegati, compresi quelli successivi che ne hanno formalizzato il trasferimento a Cremona, sempre con funzioni di GIP. L’intera sentenza può essere scaricata e letta a questo link.

Una sentenza, quella del Tar del Lazio, che parla di un trasferimento deciso «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente». La I Sezione, presieduta da Giorgio Giovannini, prende le mosse dal fatto che «nell'ordinamento attuale», il trasferimento per incompatibilità ambientale può ritenersi «integrato soltanto in una situazione non attribuibile a colpa del magistrato, che sia produttiva di un effetto costituito dall'impossibilità di svolgere nella sede occupata le proprie funzioni con piena indipendenza ed imparzialità». I giudici hanno ritenuto non sussistente «nemmeno l'altro presupposto»: vale a dire l' impossibilità per il magistrato di svolgere nella sede occupata le proprie funzioni «con piena indipendenza ed imparzialità».

Tutti gli atti di trasferimento impugnati con il ricorso al TAR sono quindi stati annullati.

Però stranamente non sono stati sprecati fiumi di inchiostro sui giornali, nè fiumi di parole al tg, come a suo tempo si fece nel parlare delle accuse mosse alla Forleo.

Stesso trattamento della nostra "informazione" riservato a Gioacchino Genchi, accusato pubblicamente dal Premier Silvio Berlusconi di avere un fantomatico archivio segreto “di centinaia di migliaia di persone controllate e questo dovrebbe convincere chi ha ancora qualche dubbio sul fatto che questo strumento di indagine [le intercettazioni] dovrebbe esser solo eccezionale” e che ha definito il tutto "il più grande scandalo della repubblica".

Il Garante per la privacy, Francesco Pizzetti, definiva "complessa" e "inquietante" la vicenda Genchi, mentre il segretario di Alleanza di Centro per le liberta', Francesco Pionati, tuonava che "il caso Genchi e' solo la punta dell'iceberg. Il veleno delle intercettazioni telefoniche rischia di condizionare la democrazia italiana".

Il collegio dei giudici presieduti da Francesco Taurisano, lo scorso 10 aprile, ha disposto l’annullamento del sequestro dell’archivio di Gioacchino Genchi. Non ha violato la legge quando, nella veste di collaboratore dell’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ha acquisito ed elaborato i tabulati telefonici relativi a utenze in uso a parlamentari ed esponenti dei servizi di sicurezza, né ha violato la privacy quando ha effettuato 2600 interrogazioni all’Anagrafe Tributaria utilizzando l’abilitazione del Comune di Mazara del Vallo. Scrive il riesame: “le attività di acquisizione, di elaborazione e di trattamento dei dati storicizzati nei tabulati attestanti il traffico telefonico non possono definirsi illecite”. Genchi “non violò le guarentigie a tutela dei parlamentari interessati dalle acquisizioni dei tabulati di traffico telefonico”, agendo, “di volta in volta, in forza del decreto autorizzatorio emesso dal pm, comunicandogli ogni emergenza di conoscenza storica circa il coinvolgimento di membri del Parlamento come soggetti intestatari ovvero usuari di utenze di telefonia”.

Insomma tutto più che regolare. E le accuse che per mesi hanno riempito, con dichiarazioni altisonanti, pagine di giornali e aule parlamentari, salotti televisivi e stanze del Csm? Tutto scoppiato come una bolla di sapone. Ma neanche questa volta la notizia è finita in prima pagina. Così come non ci era finita la richiesta di archiviazione dei giudici di Salerno per le accuse mosse contro De Magistris o la sentenza del Tribunale del Riesame che aveva ritenuto perfettamente legittimo il decreto di perquisizione contro i giudici della procura di Catanzaro. In quelle pagine la correttezza dell’operato di Genchi e quella di De Magistris erano già state dimostrate. Ma il Csm – in perfetta sintonia con le richieste della politica “oltraggiata” dalle indagini del magistrato – aveva deciso per il trasferimento di sede e funzione. Prima di De Magistris e poi, visto che il metodo funzionava, per gli stessi scomodi magistrati di Salerno.

Da wikipedia

QUARTO POTERE: si usa denominare quarto potere la capacità dei mass media di influenzare le opinioni e le scelte dell'elettorato. È questo un uso metaforico del termine potere, ispirato alla teoria giuridica della separazione dei poteri dello stato.
Il concetto emerse con la diffusione della stampa e l'enorme diffusione della televisione, che è diventata l'unica fonte di informazione per la stragrande maggioranza della popolazione dei paesi democratici, ha reso ancora più attuale il problema del riconoscimento costituzionale.
I rischi principali per la democrazia in seguito ad un uso improprio di questo potere, sono costituiti dal controllo politico dei mezzi di informazione e dall'accentramento di essi nelle mani di un ristretto gruppo di persone (solitamente grandi aziende). In questi due casi infatti, considerando che coloro che controllano i media tendono in genere a filtrare le informazioni che sono in contrasto con i propri interessi, si avrebbe una mancanza di pluralismo, e si ostacolerebbe quindi la possibilità dei cittadini-elettori di formarsi delle opinioni informate e di attuare delle scelte informate.

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