lunedì 8 giugno 2009

Italia analfabeta

«Vera democrazia non si ha là dove, pur essendo di diritto tutti i cittadini ugualmente elettori ed eleggibili, di fatto solo alcune categorie di essi dispongano dell' istruzione sufficiente per essere elementi consapevoli ed attivi nella lotta politica».

Piero Calamandrei, Gennaio 1946

"Recenti e accurate indagini nazionali di diversa fonte concordano nel dire che all’incirca un terzo dell’attuale popolazione adulta italiana è consapevole dell’esistenza di norme e istituzioni che ne tutelano diritti e beni e ha gli strumenti per fruire dei servizi che pure esistono. Due altre indagini, svolte in Italia e altri paesi per iniziativa di Statistics Canada e fondate sull’osservazione diretta delle capacità di lettura, scrittura, calcolo e problem solving, IALS, International Adult Literacy Studies, e ALL, Adult Literacy and Life Skills, per l’Italia, attraverso quadri analitici della stratificazione delle competenze, arrivano a conclusioni ancora meno liete: il 5% della popolazione adulta in età di lavoro (16-65 anni) versa in una condizione di totale analfabetismo, il 33% è da definirsi semianalfabeta, un ulteriore 33% è a rischio di ripiombare in tale condizione, e soltanto un po’ meno del 20% degli adulti mostra di possedere gli “strumenti minimi indispensabili per orientarsi in una società contemporanea”. Tra i paesi esaminati soltanto la Sierra Leone offre un quadro più negativo di quello italiano. Infine chi ha pazienza (i numeri sono ritenuti noiosi) può vedere gli effetti sociali e culturali di queste condizioni in un’altra indagine ancora. Cumulando e integrando i risultati ricavabili dalle indagini “multiscopo” periodicamente svolte dall’ISTAT, in particolare da quella più recente del 2006, emerge che soltanto il 16,2% della popolazione adulta italiana tra i 18 e i 65 anni partecipa in modo attivo alla vita della cultura (nel senso più ampio di questa parola), il 53,1% ne resta ai margini, una fascia intermedia del 30,8% aspira alla partecipazione, ma, per dir così, con moderato impegno. Queste condizioni di inerzia e poca cultura non possono ricondursi meccanicamente a bassi livelli di istruzione. È vero che nel confronto internazionale l’Italia continua ad avere percentuali assai modeste di laureati e diplomati, ma anche percentuali cospicue di questi, tra il 12 e il 25%, si collocano ai livelli più bassi che le diverse indagini individuano. Inoltre l’assenza pressoché totale di istruzione anche solo elementare è ormai ridotta a pochi punti percentuali. Ora dunque non si può più chiamare in causa la mancata o troppo bassa scolarità, ma occorre piuttosto riflettere sul mondo e sugli stili di vita che gli italiani trovano, subendoli o scegliendoli, una volta usciti dalla scuola avendovi raggiunto livelli di scolarità anche alti."

mercoledì 3 giugno 2009

LA FATTORIA DI ARCORE


C'era una volta, nella Fattoria di Arcore, un verro di nome Cavaliere Napoleon.

Una giorno fece un sogno: gli animali erano liberi dal giogo dell'ideologia comunista ed erano i soli artefici del proprio destino (la famosa idea del "self-made man"). Il Cavaliere Napoleon riferì il suo sogno al fido compagno, il Cavallo Mangano, e all'amico maiale Dell'Utri e fece notare a tutti gli animali della fattoria come il loro unico nemico fossero i comunisti, mangiatori di animali e portatori di pessimismo, arrivando a formulare questa massima: «Tutto ciò che ha quattro gambe o ali è buono, tutto ciò che è rosso è cattivo».

Il Cavaliere Napoleon insegnò agli altri animali un canto che aveva appreso da piccolo da un maiale di nome Apicella e che profetizzava la liberazione degli animali in un tempo futuro.

Erano anni turbolenti, il fattore Mr. Craxi, era fuggito in seguito allo scandalo di Tangentopoli e alla rivolta degli altri animali, sdegnati da quanto era emerso.

Decise così di riempire il vuoto lasciato dal fattore e fece la sua discesa nel Campo della Fattoria, temendo l'ascesa degli ex-comunisti.

Cavaliere Napoleon si propose come innovatore e modernizzatore dello Fattoria, promise una forte sburocratizzazione e riorganizzazione del lavoro, ed un ridimensionamento della disoccupazione promettendo un milione di posti di lavoro.

Si circondò di un gruppo di cani come sue milizie, un cane da riporto di nome Vespa e il fido Fede.
C'era anche Minimus Bondi, il maiale poeta che cantava le gesta di Cavaliere Napoleon.
Cambiò anche l'inno della Fattoria: da "Forza Fattoria" a "Meno male che Napoleon c'è", tra il plauso delle pecore .

Cominciò a curare la sua immagine, a camminare su due zampe per sembrare più alto e a impiantarsi peli dove cominciavano a mancare a causa dell' età.

Con furbizia fece ricadere tutte le colpe sulla sinistra e si attribuì invece tutti i meriti , come ad esempio il progetto della costruzione di un ponte su un fiumicello che attraversava la fattoria, che però non vennè mai realizzato; anche in questo caso il fallimento dell'idea venne fatto passare come un atto terrorista della sinistra.

Ben presto emerse una nuova classe formata da scrofe-veline, maiali a cui aveva fatto favori, fratelli e parenti che aveva chiamato dalle altre fattorie, che con la loro astuzia, il loro egoismo e la loro cupidigia si imposero in modo prepotente e tirannico sugli altri animali più ingenui e semplici.

Gli ideali di uguaglianza e fraternità proclamati al tempo della sua discesa nel Campo furono infine traditi da una legge, chiamata Lodo Alfano: "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri".

Liberamente tratto da "Animal Farm" di Orwell

ULTIME NOTIZIE DA FORZASILVIO.IT


www.forzasilvio.it

Ecco gli ultimi aggiornamenti ricevuti dal sito www.forzasilvio.it in vista delle elezioni europee, danno l'impressione che il fronte Berlusconiano tema una perdita di consensi in seguito alle vicende dell'ultimo periodo:

Cara ....,

in questa ultima settimana di campagna elettorale, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sulla necessita' di scrivere sulla scheda il nome Berlusconi. Molte persone pensano che sia sufficiente barrare il simbolo per dare il voto direttamente a Silvio ma non è cosi'.
Se Berlusconi non avra' avuto diversi milioni di preferenze personali, i nostri avversari lo attaccheranno dicendo che gli italiani votano PDL ma non sono piu' con lui, che i dati di gradimento che lui mostra sono falsi e continueranno l'attacco personale alla sua reputazione.
Per questo una grande affermazione personale di Berlusconi e' la migliore risposta alla vergognosa campagna Repubblica-Espresso-Franceschini.

Tra sabato e ieri abbiamo arricchito Forzasilvio.it di nuovi contenuti e di altri strumenti per la campagna elettorale, in particolari gli spot elettorali per noi di Forzasilvio.it, nella sezione Elezioni europee.

Sono giorni davvero importanti, c'e' bisogno dell'impegno di molti. Fai registrare altri cinque amici a Forzasilvio.it, per moltiplicare la mobilitazione a fianco di Berlusconi. E' davvero importante...


E poi:

Cara ....,
entriamo negli ultimi tre giorni di campagna elettorale con tre consigli operativi:

1. Manda a cinque amici via mms lo spot Repubblica? No, grazie! cosi' da innescare un positivo passaparola via cellulare

2. Abbiamo messo on line un nuovo spot con Berlusconi www.forzasilvio.it/elezioni-europee/cambiare-l-italia-lo-spot che ti invito a diffondere il piu' possibile on line.

3. Fai registrare altri cinque amici a Forzasilvio.it, per condividere gli strumenti per la campagna elettorale.

Come ha detto ieri, Berlusconi non ha alcuna intenzione di mollare, nonostante tutto quello che gli stanno facendo. Non lasciamolo da solo.

Grazie per il tuo impegno con Silvio.

on. Antonio Palmieri
responsabile internet PDL


Grazie per l'attenzione. Buona settimana,

on. Antonio Palmieri
responsabile internet PDL

E infine i risultati dell'ultimo focus group:

La campagna elettorale entra nella fase decisiva e puntualmente l'opposizione affina le vecchie armi: catastrofismo, manifestazioni di piazza e attacchi giudiziari a Berlusconi. A poche settimane dal voto, la pubblicazione delle motivazioni della sentenza di primo grado contro l'avvocato Mills ripete uno schema ormai familiare: l'annuncio di rinvii a giudizio, sentenze o motivazioni di sentenze, destinati ad essere invariabilmente smentiti o rovesciati, legati ai processi imbastiti contro Silvio Berlusconi (già ben 14 dal 1993, tutti terminati con il proscioglimento di Berlusconi)[forse sarebbe più corretto dire che molti sono andati in prescrizione, ma andiamo avanti]

A tuo giudizio, gli interventi "a orologeria" della magistratura in prossimità delle elezioni possono essere spiegati da:

La speranza di instillare dubbi negli elettori e di influenzare così il risultato delle elezioni - 60,1%
La volontà di indebolire la legittimità del governo italiano presso l'opinione pubblica internazionale - 14,6%

L'obiettivo di portare alle urne più girotondini e dipietristi - 3,7%

La volontà di favorire le componenti più estremiste e giustizialiste della sinistra a danno di quelle più moderate - 3,2%

La mancanza di regole che permettano alla maggioranza dei membri dell'ordine giudiziario di opporsi a una minoranza di magistrati altamente politicizzati - 13,4%

L'intento di perseguire coloro che i magistrati ritengono colpevoli, senza curarsi delle conseguenze politiche - 4,5%

Il governo Berlusconi ha deciso di realizzare, nel corso di questa legislatura, una riforma della giustizia che la renda meno vulnerabile a manipolazioni dell'azione penale per finalità politiche.
Quale riforma ritieni che dovrebbe avere la priorità?

La separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e pubblici ministeri, che garantisca maggiormente la 'terzietà' dei primi nel processo
si - 94,7%
no - 5,3%

L'elezione diretta e democratica dei pubblici ministeri da parte degli elettori residenti all'interno della loro giurisdizione di competenza, come avviene da tempo negli Stati Uniti

si - 76,8%
no - 23,2%

Una riforma della composizione e delle funzioni del Consiglio Superiore della Magistratura, che renda i magistrati più responsabili nei confronti degli organi politici eletti dai cittadini

si - 86,6%
no - 13,4%

Misure che puniscano la fuga e la circolazione di notizie durante le fasi del procedimento penale coperte da segreto, a tutela della privacy e della reputazione delle persone coinvolte
si - 95%
no - 5%

Punti di vista al di fuori dei nostri confini

Dopo Repubblica, l'organizzazione no-profit britannica Open Democracy, che promuove il rispetto dei diritti umani e della democrazia, rivolge a Silvio Berlusconi altre dieci domande. Sul sito, Geoff Andrews - accademico e cronista esperto di affari italiani, oltre che autore di un libro recente sul nostro paese, pubblicato in Gran Bretagna e tradotto anche in Italia, intitolato "Un paese anormale" - chiede al presidente del Consiglio di fare chiarezza su diversi temi.

Ecco il testo dell'articolo pubblicato in inglese sul sito di Open democracy:

Caro signor Berlusconi,

Sono passate quasi tre settimane dalla pubblicazione su Repubblica delle dieci domande riguardo la sua relazione con Noemi Letizia. Lei ha scelto di non rispondere, sostenendo che l'iniziativa del giornale era parte di una campagna organizzata dalla sinistra. Nelle settimane successive, lei ha accusato Repubblica di aver orchestrato un complotto di sinistra che si è esteso alla stampa internazionale, coinvolgendo, fra gli altri il Times e l'Economist. Nello stesso periodo, lei ha anche descritto il Parlamento italiano come "inutile" e i giudici come motivati "dall'odio" e dalla "gelosia". Mancano solo pochi giorni alle elezioni europee, che si terranno negli Stati membri dal 4 al 7 giugno, e in Italia il 6 ed il 7 giugno. Poi l'Italia ospiterà il G8 all'Aquila dall'8 al 10 luglio. La sua risposta, ancora una volta, ha sollevato dubbi di interesse pubblico più ampio, sul suo comportamento come primo ministro italiano. Vorrei rivolgerle anch'io altre dieci domande.

1) Lei ha rivolto molte critiche al ruolo della stampa in questo caso, nonostante il fatto che Il Giornale (quotidiano di proprietà della sua famiglia), come altri giornali, abbiano difeso regolarmente la sua condotta. Pochi primi ministri hanno questo privilegio, tuttavia lei continua ad insistere sul fatto che la stampa le è contro. Qual è il suo concetto, allora, di stampa libera? Per esempio, porrebbe condizioni alle critiche che la stampa può muovere al primo ministro?

2) Le ha accusato la Repubblica di "sfruttare questioni private per fini politici". Eppure, i confini fra "pubblico" e "privato" nella sua vita politica spesso si sovrappongono, soprattutto per il fatto che lei possiede diversi quotidiani e stazioni televisive e allo stesso tempo detiene il potere politico. Lei accettò di risolvere il "conflitto di interessi" entro 100 giorni dalla sua entrata in carica, eppure nulla è stato fatto ancora. Questa situazione solleva ampie critiche in Europa. Perché non ha risolto il "conflitto di interessi" e non crede che esso presenti un problema per la democrazia italiana?

3) Il 21 maggio 2009 lei ha descritto il Parlamento italiano come "inutile", suggerendo che solo 100 parlamentari sarebbero sufficienti per svolgere il loro compito in modo efficace. Allo stesso tempo, sostiene che il popolo italiano sia "con lei". E' sua opinione, quindi, che il popolo italiano sarebbe felice di darle più potere per far funzionare le cose in modo più efficace?

4) Lei ha paragonato il ruolo del governo a quello di un'azienda privata e in un confronto fra legislatori e imprenditori, considera migliori i secondi. Comprende la differenza fra essere un uomo d'affari di successo e uno statista di successo?

5) Il 19 maggio, un tribunale italiano ha emesso una sentenza secondo la quale lei ha corrotto l'avvocato inglese David Mills, pagando 600,000 sterline perché testimoniasse il falso a suo favore. Mills è stato condannato a febbraio, lei invece è stato protetto da una legge che le garantisce l'immunità varata sotto il suo governo. Lei ha detto che riferirà in Parlamento sulla questione "appena ne avrà il tempo", ma non prima delle elezioni europee. Perché e quando saranno fatte queste dichiarazioni al Parlamento?

6) Oltre alle critiche rivolte al Parlamento italiano, lei attacca regolarmente i giudici per il loro "pregiudizio" e la loro "insanità". Lei è stato recentemente oggetto di critiche per aver insidiato le procedure costituzionali, cosa che ha portato ad un contrasto con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, recentemente, in particolare, per il caso del diritto a morire di Eluana Englaro. E' stato detto che lei stesso aspira a succedere a Napolitano. Può confermare la sua intenzione di voler diventare presidente della Repubblica? E in che modo arriverebbe a ricoprire questo ruolo?

7) A luglio 2009 lei ospiterà il summit del G8 all'Aquila. In precedenti occasioni internazionali e riunioni con leader mondiali, lei ha avuto problemi di comunicazione con alcuni dei suoi pari. Crede che ce ne saranno altri quest'anno?

8) Quali sono, a suo giudizio, i maggiori successi che ha conseguito come primo ministro italiano?

9) Nelle scorse settimane, lei ha negato di essere stato coinvolto direttamente nel processo di selezione di showgirl televisive come candidate parlamentari per il suo partito, anche se il suo quotidiano Il Giornale, lo ha ammesso. Può chiarire se è stato o meno coinvolto nel processo di selezione?

10) Infine, perché Noemi Letizia, la sua amica diciottenne di Napoli, la chiama "papi"?

Cordialmente,
Geoff Andrews


The TimesJune 3, 2009
If the emperor has no clothes, history will expose him
The Roman ruler Tiberius was as notorious for his sexual frolics as he was keen to keep them quiet. Remind you of anyone?Mary Beard (Professor of Classics at the University of Cambridge)


Michael Binyon è uno dei più autorevoli commentatori del Times, membro della direzione del quotidiano londinese. È lui a rispondere a Silvio Berlusconi, che nella sua prima reazione al pesante editoriale del primo giugno del Times, "Il clown cala la maschera", ha detto che i giornali stranieri sono "ispirati dalla sinistra italiana". Non è la prima volta che il premier italiano accusa una testata inglese di essere "di sinistra": aveva dato del comunista perfino all'Economist, settimanale liberal-capitalista, quando lo ritrasse in copertina come "indegno di governare" a causa del conflitto d'interessi e dei suoi processi.

Michael Bynyon, che pensa degli ultimi sviluppi della Berlusconi-story?
"Penso che Repubblica stia facendo un lavoro magnifico. Ed è piuttosto sorprendente, per un osservatore straniero, che vi siano così scarse critiche di Berlusconi, sugli altri media italiani. Naturalmente la ragione è nota: Berlusconi controlla o almeno influenza, direttamente o indirettamente, gran parte dei media italiani, a cominciare dalle tv. Ma è un triste spettacolo, per un giornalista libero, assistere a un tale servilismo verso il potere da parte di altri giornalisti".

Che cosa sarebbe accaduto, secondo lei, se uno scandalo simile fosse scoppiato qui, nel Regno Unito?
"Se si sospettasse che il primo ministro ha una relazione con una 18enne a cui promette dei favori, e sua moglie affermasse che va con minorenni, e il premier in questione fornisse di continuo versioni contraddittorie sull'accaduto, tutti i media nazionali gli starebbero addosso 24 ore su 24. Dovrebbe dimettersi nel giro di settimane".

Berlusconi dice che i vostri editoriali, critici nei suoi confronti, sono ispirati dalla sinistra italiana.
"Un'accusa insensata, ridicola. Sostenere che c'è una cospirazione, dietro i nostri articoli, è infantile. Una cospirazione della sinistra italiana, poi: e come farebbe, la sinistra italiana, a far scrivere quel che vuole al Times di Londra? Noi non scriviamo per fare piaceri a questo o a quello. Scriviamo quando vediamo una notizia. E il premier dei uno dei maggiori paesi d'Europa, membro della Nato, presidente di turno del G8, che si mette nei guai con le donne e poi dice cose chiaramente non vere su com'è andata, è una notizia, la che vedrebbe anche un cieco".

E la sua iniziativa per bloccare la pubblicazione delle 700 fote scattate alla festa nella sua villa in Sardegna?
"Difendere la privacy, in assoluto, è giusto. Ma in questo caso, se Berlusconi volesse mettere a tacere ogni sospetto, direbbe: pubblicatele. Non facendolo, contribuisce a lasciar credere che in quelle foto ci sia qualcosa da nascondere".

Magari gli italiani pensano che mentire su relazioni extraconiugali è lecito.
"Può darsi, ma la menzogna non può cambiare di continuo, dev'essere credibile. E le cose che dice Berlusconi non lo sono. Senza contare che la menzogna di un leader politico, per qualunque ragione, è imperdonabile. Ovunque. Anche in Italia".

(da repubblica.it)


La Stampa - 1/6/2009 (15:54) - LA POLEMICA
Caso Noemi, Times contro Berlusconi
Affondo del quotidiano di Murdoch"Clown sciovinista, giù la maschera"Il premier: è collegato con la sinistraTorinoIn un lungo editoriale intitolato «Scivola la maschera del clown», il Times è tornato sulle vicende personali di Silvio Berlusconi. «L’aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi -si legge- non è che egli sia un clown sciovinista, nè che rincorra donne che hanno meno di 50 anni di lui, approfittando della sua posizione per offrire loro lavoro come modelle, assistenti personali e anche, assurdamente, candidature al Parlamento Europeo. Quello che è più scioccante è l’assoluto disprezzo con cui si rivolge all’opinione pubblica italiana. Il libertino attempato può trovare divertente, o anche coraggioso, comportarsi da playboy, vantando le sue conquiste, umiliando sua moglie e facendo commenti che molte donne giudicherebbero grottescamente inappropriati. Egli non è l’unico o il solo -prosegue il quotidiano proprietà di Rupert Murdoch- il cui indegno comportamento è inappropriato al ruolo. Ma quando vengono poste legittime domande su relazioni che sfiorano lo scandalo e i giornali lo sfidano a dare spiegazioni che, al meglio, sembrano sconcertanti, la maschera del clown cade. Minaccia i giornali e le emittenti televisive che controlla, invoca la legge per proteggere la sua privacy, diffonde comunicati evasivi e contraddittori e infine promette in modo melodrammatico di dimettersi se colto a mentire». Secondo il quotidiano britannico, l’intera vicenda ormai travalica i confini: «L’Italia ospita il summit del G8 quest’anno: nel vertice si terranno importanti discussioni, dove ai governi occidentali si richiede una più solida collaborazione per combattere il terrorismo e il crimine internazionale. Berlusconi si ritiene un amico di Vladimir Putin. Il suo Paese è un membro importante della Nato. Ed è anche parte dell’eurozona che è alla prova nell’attuale crisi globale finanziaria. Non sono solo gli elettori italiani a chiedersi che cosa stia accadendo, lo fanno anche stupefatti gli alleati dell’Italia». Mentre l'opposizione plaude all'editoriale del quotidiano inglese, il premier spiega che «i giornali stranieri sono in collegamento diretto con i giornali della sinistra italiana: sono cose ispirate e insufflate dalla sinistra italiana». Il Pdl fa quadrato intorno al leader: «Un articolo cialtronesco e mascalzone che offende l’Italia e gli italiani.


CORRUZIONE: PER 44% ITALIANI PARTITI POLITICI AL PRIMO POSTO


BRUXELLES - Per il 44% degli italiani i partiti politici vengono al primo posto come i più corrotti in una classifica che include anche Parlamento, imprese-settore privato, media, funzionari pubblici e magistratura. E' quanto emerge da un sondaggio realizzato in 69 Paesi del mondo dal Trasparency International su un campione di 73 mila persone.Tra gli altri Paesi europei presi in esame, supera la percentuale italiana di coloro che indicano i partiti come i più colpiti dalla corruzione solo quella della Grecia (58%), mentre l'Ungheria si ferma al 40%. Spicca al contrario il 9% degli olandesi che invece mettono al primo posto per corruzione il settore privato. Stesso risultato anche in Norvegia con un 6% che indica i partiti e un 62% di intervistati convinti che sia più corrotto il settore privato. In Italia invece a indicare che le imprese sono più corrotte è solo il 7%.


FONTE: ANSA

sabato 30 maggio 2009

In 75mila per dieci risposte, Cresce su FB: "Berlusconi rispondi!"


Il gruppo aperto dopo la pubblicazione delle dieci domande di Repubblica continua a raccogliere nuovi iscritti. "La nostra è una forma di comunicazione attiva"
In 75mila per dieci risposte Cresce su FB: "Berlusconi rispondi!"

ROMA - "Settantacinquemila e non contiamo niente?". Se lo domanda uno degli iscritti al gruppo di Facebook Berlusconi rispondi!, che dalla pubblicazione delle dieci domande di Repubblica è andato crescendo giorno dopo giorno fino a raggiungere l'eccezionale cifra di oltre 75.000 partecipanti in meno di due settimane. Con gli iscritti cresce anche il numero di interventi pubblicati sulla bacheca del gruppo. Sono quasi 7000 gli utenti che hanno lasciato traccia del loro pensiero sul social network, mentre le discussioni aperte hanno raggiunto il numero di 250. Tra gli argomenti più caldi del momento ci sono le interviste a Gino Flaminio e alla zia di Noemi Letizia, la polemica tra il leader del Pd Franceschini e Berlusconi ma anche le imminenti elezioni europee e le reazioni della stampa estera al caso Letizia. Aumentano anche i materiali multimediali pubblicati dagli iscritti e ai video e ai link ora si è aggiunta anche una sezione fotografica che raccoglie alcune immagini del premier. Tra queste, quella che svela il "trucco" nel fazzoletto.

E mentre il gruppo si arricchisce di continue nuove iscrizioni, materiali e argomenti di discussione, e diventa sempre di più il luogo deputato al confronto di Facebook per quanto riguarda la vicenda Berlusconi, restano invariate le richieste degli oltre 75.000 iscritti. "Vogliamo verità e chiarezza. Berlusconi risponda alle domande di Repubblica e si prenda le sue responsabilità", commenta un utente sintetizzando il pensiero di tutte le persone che hanno scelto di iscriversi al gruppo. Un gruppo che rappresenta un esperimento nuovo nella comunicazione italiana e che, come spiega Lucia del Grosso, una dei 75.000, è diventato una forma di comunicazione attiva."Ci stiamo trasformando da democrazia partecipativa a mera pubblica opinione suduta davanti al televisore - racconta - però io penso che ci sono margini per invertire la tendenza. Non esiste solo la televisione, che è informazione "passiva", ma anche la rete, che è informazione "attiva". In questo momento noi stiamo producendo informazione. E l'informazione libera è il presupposto della partecipazione ".

venerdì 29 maggio 2009

FORZASILVIO.IT



Settimana scorsa ho visitato l'ulitmo parto mediatico del carrozzone berlusconiano: http://www.forzasilvio.it/. Per poter visualizzare i contenuti è necessario iscriversi al sito, cosa che ho fatto con un nome fittizio. Comunque prima ancora di iscriversi si viene accolti da immagini simili a quelle riportate in questo post.

Una volta iscritta posso accedere alle aree. Per altro non è presente alcun forum per confrontarsi (ero curiosa di vedere le discussioni fra i sostenitori di Silvio) e non è possibile lasciare messaggi...

Posso accedere alla pagina messaggi, dove trovo il seguente testo:

Cara .....
grazie ancora per esserti unito a forzasilvio.it, il network ufficiale dei sostenitori di Silvio Berlusconi. Ora che abbiamo raggiunto il primo obiettivo, un numero significativo di adesioni, è arrivato il momento di condividere più in dettaglio che cosa ti proponiamo di fare insieme.
forzasilvio.it vuole diventare il punto di riferimento per chi non intende lasciare solo Silvio Berlusconi nella sua battaglia per cambiare l'Italia. Non un sito come tanti altri, quindi, ma la casa di tutti coloro che hanno il desiderio di impegnarsi attivamente a fianco del Presidente del Consiglio. I dati che ci hai fornito al momento della registrazione (e che potrai modificare liberamente ogni volta che lo vorrai) sono il cuore di forzasilvio.it: essi ci permetteranno di contattarti rapidamente e direttamente quando necessario, per informarti di iniziative a te vicine o per te particolarmente interessanti o per chiedere il tuo aiuto per le azioni mirate per cui avrai voluto dare la tua disponibilità.
La Newsletter, che arriverà all'indirizzo email che ci hai fornito, ti terrà al corrente delle novità e ti fornirà le informazioni esclusive che ti permetteranno di mobilitarti attivamente nelle campagne elettorali di rimanere "operativo" anche negli altri momenti dell'anno. Il Focus Group, che mira a sondare in tempo reale le opinioni di noi sostenitori sulle questioni del momento, e le cartoline digitali per le imminenti Elezioni Europee sono solo le prime tra le proposte che ti sottoporremo, sfruttando tutti i canali di comunicazione che potremo attivare.
E' un'idea che abbiamo ripreso da altre esperienze - il network MyBarackObama.Com e ancora prima la campagna repubblicana in Ohio nel 2004 - che punta a creare un canale diretto tra Silvio Berlusconi e i suoi collaboratori e ciascuno dei tanti Italiani e Italiane che condividono i suoi ideali e i suoi obiettivi. La battaglia per cambiare il Paese è un'impresa difficile che ha bisogno dell'impegno di tutti e di ciascuno, nei modi e nei tempi che ognuno di noi può mettere a disposizione: forzasilvio.it vuole essere uno strumento al servizio di questa impresa.


Buon lavoro e a risentirci presto
on. Antonio Palmieriresponsabile internet

Il Popolo della Libertà

Vado allora nella sezione focus group, curiosa di scoprire gli argomenti del momento che richiedono un sondaggio d'opinione:


La frase di Franceschini "fareste educare i vostri figli da quest'uomo?" e' l'ultimo sconcertante episodio di una campagna elettorale basata su vergognosi e disgustosi attacchi personali contro Berlusconi, fomentati in queste ultime settimane da Repubblica e da L'Unita', e rilanciati dai loro programmi televisivi e dagli uomini del PD come Franceschini e D'Alema.
A tuo giudizio, questa campagna e':


Una vergognosa degenerazione del modo di fare campagna elettorale

La dimostrazione che il PD e' privo di idee e di proposte

Il disperato tentativo del PD di rimotivare il loro elettorato deluso

Un'azione volta a tamponare l'avanzata di Di Pietro

Poi i risultati di un precedente focus group:

Nei giorni scorsi, in conformità alle norme internazionali, il governo Berlusconi ha deciso di riaccompagnare le imbarcazioni cariche di clandestini ai porti da cui erano partite, invece di trasferire gli immigrati ai centri di accoglienza in Italia.
Come valuti l'operato del governo?

Ha agito con fermezza, applicando le leggi e le normative vigenti
si - 93,4%
no - 1,6%

Si è mosso nella direzione giusta, ma avrebbe dovuto farlo già da tempo
si - 95,6%
no - 4,4%

Dovrebbe agire in maniera ancora più ferma, rimpatriando anche le imbarcazioni intercettate nelle acque territoriali italiane, anche a costo di confrontarsi con l'Unione Europea.
si - 80,3%
no - 19,7%

Povera Italia...

giovedì 28 maggio 2009

Echi nostalgici inquietanti


Naviganod sul Web ho appreso dell'esistenza della Guardia Nazionale Italiana.


Sul loro sito si presentano così:

"La Guardia Nazionale Italiana è un Ente non governativo di volontariato il quale a differenza della Guardia Nazionale Padana (braccio operativo della Lega Nord, che nasce ed opera in chiave secessionista e quindi contro la Costituzione della Repubblica, l'ordine costituito, la sicurezza pubblica e lo Stato); si adopera al fine della salvaguardia dell'integrità Nazionale e per la Sicurezza dello Stato, della Costituzione e del Popolo Italiano

L'ente, si legge ancora: «Ha durata illimitata, è cristiano e apartitico», anche se il primo gruppo di sostegno aperto su Facebook annovera tra gliamici Forza Nuova, Italia Nera, gioventù italiana e il movimento de "LaDestra". Un tesserino nero, una sede torinese, un motto «Domine dirige nos» (Signore guidaci), l'ambizione di dotarsi di «mezzistradali, navali ed aerei» (per adesso c'è un bimotore, a Novara)

Negli organici sarebbero presenti ex ufficiali dei carabinieri e della Guardia di Finanza, più alcuni ex dirigenti di pubblica sicurezza. Il presidente della formazione è un manager ed ex alpino, Maurizio Correnti. Il comando generale è affidato a un ex ufficiale dei Carabinieri, Augusto Calzetta: colonnello in riserva dell’Arma è stato coinvolto in luglio in una storia di lucro sulle cremazioni.

Viene anche descritta minuziosamente la divisa d'ordinanza (quella nella foto ne è un esempio):

La Guardia Nazionale Italiana e' l'unica ufficiale depositaria di una divisa composta da: • pantaloni neri con banda gialla laterale• cappello rigido con visiera nero - kepi nero, o kaki, entrambi con aquila Imperiale Romana in alto e sottostante bottoncino tricolore, altresì, ruota solare
camicia color kaki - senape con l'effigie dell'aquila Imperiale Romana sul braccio sinistro, bandiera Italiana sul braccio destro, ruota solare incandescente con fascia sul braccio sinistro, sull'avambraccio sinistro fascia divisionale con ricamata la scritta individuale dei vari gruppi di appartenenza. Sul pettorale destro scudetto con sovra impresso - GUARDIA NAZIONALE ITALIANA - PER SERVIRVI E PROTEGGERVI - Giubbotto in pelle nero ¾, altresì giacca a vento color nero - kaki modello sahariana- Cinturone nero con spallaccio- Cravatta nera- Scarponcini neri – stivali- Tessera di riconoscimento di appartenenza all’ente- Tessera di Riconoscimento con placca esclusivamente per gli appartenenti alle G.P.G.

Successivamente parlano delle loro attività, tra cui spicca "promozione e divulgazione della storia, delle lingue e delle tradizioni Italiane, con particolare riferimento all'Impero Romano".

Ecco la cosa che mi ha fatto inquietare:

LA G.N.I. E' IN ATTESA DI DIVENTARE FORMALMENTE OPERATIVA CON LA PUBBLICAZIONE DEL DECRETO LEGGE GOVERNATIVO SULLA GAZZETTA UFFICIALE.
Per altro l ' Art. 18 della Costituzione della Repubblica Italiana recita:

"I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. SONO PROIBITE le associazioni segrete e QUELLE CHE PERSEGUONO, anche indirettamente, SCOPI POLITICI MEDIANTE ORGANIZZAZIONI DI TIPO MILITARE."

Il Decreto Legislativo 14 febbraio 1948 n° 43, attuando l'art 18, ha fissato i connotati (vietandole) delle associazioni a carattere militare nell'inquadramento degli associati in corpi, reparti o nuclei, con disciplina e ordinamento gerarchico interno analoghi a quelli militari, con l'eventuale adozione di gradi o di uniformi, e l'organizzazione atta anche all'impiego collettivo in azioni di violenza o di minaccia.

E infatti la procura della Repubblica di Torino ha aperto un fascicolo conoscitivo, senza cioè ipotesi di reato, verso questa nuova formazione che, da statuto, si definisce ente non governativo di volontariato (questa cosa è segnalata anche sul sito ufficiale della guardia nazionale italiana http://www.guardianazionaleitaliana.org/)

Le indagini, affidate alla Digos, intendono fare luce su un’organizzazione che conta duemila adesioni, ha sede in un prefabbricato alla periferia della città e dispone di un piccolo aereo da ricognizione in un aeroporto del Novarese.



LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE (E I TACCHI RIALZATI)

Riporto l'articolo apparso su Repubblica di oggi. Non commento, credo si commenti da solo.

La zia di Noemi: "Così Berlusconi è entrato nella nostra famiglia"
di CONCHITA SANNINO e GIUSEPPE D'AVANZO

Signora Francesca D. F., che grado di parentela ha con i genitori di Noemi?
"Sono la zia, moglie del fratello di Anna Palumbo, la madre di Noemi".

Ha precedenti penali, signora? Sa, dobbiamo chiederglielo perché, per alcuni, il testimone non va valutato per quel che dice, ma per quel che è.
"Non ho precedenti penali".

Qualcuno nella sua famiglia ne ha?
"No".

Ha motivo di risentimento nei confronti di sua cognata o della sua famiglia, o della ragazza?
"Assolutamente no. Ho ottimi rapporti con Anna, con i genitori di Anna e con i suoi fratelli. Anzi, ho condiviso finora con altri membri della famiglia l'imbarazzo, il disagio e la sofferenza che questa situazione non del tutto limpida, sta provocando. Ci sono troppe bugie. Circostanze che contrastano con quello che abbiamo sentito e visto in famiglia".

Gino Flaminio fa parte delle bugie o della realtà vissuta in casa Letizia?
"Gino è stato il fidanzato di Noemi esattamente per il periodo da lui descritto al vostro giornale. Gino fa parte della realtà della famiglia Letizia e tutti noi lo abbiamo conosciuto e soprattutto apprezzato fino a quando i rapporti tra loro si sono deteriorati. È un bravo ragazzo. Amava davvero Noemi e Noemi gli era molto legata".

Vi incontravate anche con Gino?
"Certo, è accaduto più di una volta. Con l'andar del tempo, è nato un legame tra questo ragazzo e la nostra famiglia. Non mi pento di averlo avuto in casa".

Lei sa che il padre di Noemi ha minacciato querela per quello che Gino ha ricordato?
"Sì, purtroppo l'ho sentito ai tg, e ancora mi chiedo come sia stato possibile questo. Gino ha avuto parole di assoluto rispetto per tutti, per Noemi, per i suoi genitori, per noi. E anche per Berlusconi. Qual è la sua colpa? E perché accanirsi contro un ragazzo senza alcuna difesa?".

Lei sa che Gino nel 2005 è stato condannato per rapina?
"Quando lo abbiamo conosciuto era già un operaio. Ma sapevamo che c'era una macchia nel suo passato. E in ogni caso, il suo errore, quale che sia stato, non ha mai costituito un ostacolo al loro affetto, né all'amicizia che il ragazzo ha dimostrato ad Anna e ad Elio, peraltro venendone ricambiato".

Lei ha letto la testimonianza di Gino?
"Certo, e mi ha provocato una grande emozione. Perché ho visto per la prima volta, in questa storia di bugie, una persona dire le cose come stanno, con un coraggio che nessuno finora nella mia famiglia ha avuto".

E lei perché solo adesso ha deciso di offrire la sua testimonianza?
"E ancora avrei voluto tacere. Ma dopo aver visto la violenza della discussione a Ballarò, ho deciso di farmi viva. Ho visto troppe cose che non vanno. "Antiche amicizie" nate dalla notte al giorno. Fidanzati comparsi dal nulla. Dolorosi eventi che hanno afflitto la famiglia, utilizzati per sostenere nuove versioni dei fatti che hanno coinvolto mia nipote Noemi: come il riferimento a una lettera di cordoglio. E' con molto strazio che mi sono decisa ora a parlare. Mi sono tormentata in queste settimane".

Perché lo fa?
"Se devo dire la verità, lo faccio per i miei figli perché devono poter credere che esiste il vero e il falso, il buono e il cattivo. Voglio che sia chiaro che, per quanto mi riguarda, in questa storia non c'entra nulla la politica, nulla i complotti, ma solo la necessità di non vergognarsi quando ci si guarda allo specchio perché si è dovuto avallare una storia che, se non fosse così dolorosa, in famiglia sarebbe una barzelletta di cui ridere".

Lei, quando ha sentito per la prima volta di Berlusconi in famiglia?

"Alla fine del 2008, tra novembre e dicembre, ho visto per la prima volta durante un pranzo familiare Noemi alzarsi da tavolo allo squillo del suo cellulare, e l'ho ascoltata dire papi. Non avevo assolutamente idea, all'epoca, chi potesse essere. Ho pensato a un gioco tra ragazze. Notai soltanto che intorno a lei ci si dava da fare per evitare ogni curiosità".

Quando ha sentito per la prima volta indicare Berlusconi come una presenza familiare?
"Posso dirlo con certezza. L'11 gennaio 2009, il giorno del compleanno di mio figlio. Io organizzai una piccola festicciola. E seppi, quella sera, che si stavano preparando grandi festeggiamenti per i diciotto anni di Noemi. E che alla festa avrebbe partecipato, a meno di impegni improvvisi, anche Silvio Berlusconi".

Addirittura tre mesi prima, si contava sulle presenza a quel tavolo del presidente del Consiglio?
"A me fu detto che dovevamo "prepararci" per quello. La conferma della presenza del capo del governo sarebbe arrivata solo a Pasqua".

E poi?
"Mi fu detto che Berlusconi chiese espressamente a Noemi di essere invitato e pretese di ricevere dalle sue mani l'invito. Non so se poi Noemi lo abbia raggiunto a Roma e come siano andate le cose. In ogni caso, nella nostra riunione di famiglia al pranzo di Pasqua, ci fu confermato ancora di "prepararci" perché avremmo conosciuto il presidente il 26 aprile, alla festa organizzata nel ristorante di Casoria".

Che idea si è fatta della conoscenza tra Berlusconi e Noemi?
"So soltanto quel che mi ha raccontato Anna, mia cognata, la madre di Noemi. Anna sosteneva che il presidente del Consiglio aveva per mia nipote l'affetto di un padre. Ricordo l'espressione: "l'ha presa a cuore". Io non ne dubitai. Noemi è sempre stata una brava ragazza, dolce, buona. Con un grande sogno: fare la ballerina, l'attrice o la showgirl. Ricordo che in famiglia si diceva: "Magari così, Noemi entrerà dalla porta principale". Si intendeva dalla porta principale nel mondo dello spettacolo. E d'altronde la stessa Noemi - ho letto - lo ha già detto in un'intervista. Come peraltro Anna. Nelle primissime interviste, mia nipote e mia cognata sono state sincere e hanno raccontato in pubblico ciò che dicevano a noi in privato. E stato dopo che ho visto troppe cose confondersi".

Vuole darci la sua opinione su questa storia?
"Sono molto preoccupata per la mia famiglia. Se mi espongo così, lo faccio perché siamo una famiglia di gente semplice e per bene. Parlo dei fratelli di Anna, dei suoi genitori, degli altri cognati, dei nostri figli e nipoti, tutti ragazzi sani. Tutti trascinati, dalla mancanza di chiarezza e sincerità, in una situazione che ci imbarazza moltissimo".

mercoledì 27 maggio 2009

Stampa estera contro il premier. Pdl: offesa Italia


di Chiara Scalise, fonte ANSA

ROMA - "Un pericolo per l'Italia. Un esempio cattivo per tutti", protagonista di una "inquietante escalation di impunità morale": la stampa estera fa irruzione sulla scena politica italiana e a, 10 giorni dalle europee, attacca Silvio Berlusconi. Un uomo "molto potente e sempre più spietato", scrive il Financial Times in un editoriale. Campagna d'odio, replica la maggioranza, che offende gli italiani; "cattiva stampa e disonesta", aggiunge il ministro degli Esteri Franco Frattini. Sono tre gli articoli dei giornali stranieri che oggi si occupano del presidente del Consiglio: oltre il quotidiano finanziario, dedica due pagine al caso Berlusconi-Noemi l'inglese Indipendent; mentre lo spagnolo El Pais lascia spazio a un editoriale e a una corrispondenza da Roma. Gli aggettivi rimbalzano da una pagina all'altra: il governo Berlusconi viene appunto considerato un pericolo per il Paese, anche se "l'Età di Silvio" non è e non diventerà un nuovo fascismo perché a essere arruolate "sono squadre di veline - scrive Ft - e non di camicie nere". Il riferimento è al caso Noemi e alle polemiche legate alle candidature in vista delle elezioni europee. Tema sul quale interviene anche la Cei. La bellezza, è il monito dei vescovi, non può essere "l'unico elemento o l'elemento decisivo di scelta". Altrimenti si crea un "guasto culturale", avverte monsignor Diego Coletti. Ma El Pais ha pochi dubbi: "La relazione del Cavaliere con Noemi Letizia" ha già "rivelato un clima decadente da basso impero". "Demonizzazione degli avversari", rifiuto di "garantire indipendenza alla concorrenzà, "creazione di una immagine forte, fatta di rivendicazione di infiniti successi": sono questi alcuni dei tratti con i quali viene descritto il quarto governo Berlusconi sui media stranieri. A tanto esercizio di potere, si contrappone un vuoto altrettanto colpevole, concordano gli osservatori: quello di istituzioni "deboli e spesso politicizzate", una sinistra "desaparecida" e quello di "un giornalismo - scrive Ft - troppo spesso subalterno". Lettura da capovolgere, contrattaccano gli uomini del premier: "L'editoriale del Financial Times - dice Niccolò Ghedini - è il riscontro che c'é uno stretto legame tra alcuni giornali italiani e alcuni giornali stranieri che cercano di delegittimare Berlusconi e fanno un pessimo servizio all'immagine dell'Italia". E comunque è un "copione logoro", dice il deputato del Pdl Gregorio Fontana; "un castello di carta", che cadrà, è la convinzione del vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, con il responso delle urne. La reazione della maggioranza testimonia però, secondo il presidente del Pd Anna Finocchiaro, "nervosismo e imbarazzo". E comunque, "il Paese e l'opinione pubblica - aggiunge - aspettano da Berlusconi delle risposte che tardano a venire", perché quello al quale l'Italia sta assistendo non solo "é uno spettacolo desolante", dice Massimo D'Alema, ma è anche "vicenda di rilevanza indubbiamente politica".

martedì 26 maggio 2009

ORA D'ARIA


l'Unità, 25 maggio 2009

Sabato 23 maggio, come ogni anno, è andata in scena a Palermo la consueta parata antimafia, una sorta di fiera del tartufo dove una carovana di politici (c’era persino Schifani) e autorità militari, civili e religiose fanno a gara nell’elogiare l’impegno dello Stato, nel promettere di non abbassare la guardia, nel ringraziare i magistrati (quelli morti). Poi, rientrati a Roma, ricominciano come sempre ad attaccare o insultare o trasferire o disarmare i magistrati (quelli vivi). Nessuno degli augusti oratori impegnati a commemorare l’”amico Giovanni” ha detto una parola sui mandanti occulti ed esterni a Cosa Nostra che commissionarono le stragi di Capaci e Via d’Amelio nel 1992 e quelle di Milano, Firenze e Roma nel 1993. Eppure, proprio il giorno prima, Giovanni Brusca - il pentito ritenuto da tutti credibilissimo quando parla di se stesso e dei complici che fecero esplodere l’autostrada di Capaci - ha fatto rivelazioni esplosive nel processo in corso (dunque ignorato dalla grande stampa) per favoreggiamento mafioso a carico del generale Mori per la mancata cattura di Provenzano nel 1995. “Riina - ha detto Brusca - mi fece il nome dell’uomo delle istituzioni col quale venne avviata, attraverso uomini delle forze dell’ordine, la trattativa con Cosa nostra” dopo Capaci. Il nome? Brusca s’è avvalso della facoltà di non rispondere perché sul caso indaga la Procura di Caltanissetta. Finora Brusca aveva detto di essere arrivato a quel politico, all’epoca ministro, in base a sue “deduzioni”. Ora invece afferma che glielo disse Riina, coinvolto direttamente nella trattativa con due ufficiali del Ros (lo stesso Mori e il capitano De Donno) tramite l’ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino. Anche a quel politico della Prima Repubblica, come pure a Mori, sarebbe stato consegnato il famoso “papello” con le richieste di Cosa Nostra per interrompere le stragi. Ma la rivelazione di Brusca, ripresa da Corriere e Stampa, è caduta nel più impenetrabile silenzio della classe politica. Lo stesso silenzio che l’altra sera, a Matrix su Canale5, ha accolto l’intervento del pm Gaetano Paci su Vittorio Mangano, lo “stalliere” di casa Berlusconi, definito “eroe” dal premier e da Dell’Utri: “Mangano era un mafioso sanguinario condannato per mafia, narcotraffico e omicidio, gli eroi sono Falcone e Borsellino”. In studio, mentre le telecamere indugiavano sui volti impietriti di Alessio Vinci, Piero Grasso e Giuseppe Ayala, non una parola su Mangano &C.. E via con l’antimafia dei film e delle fiction, quella che non fa nomi di politici. La commissione Antimafia, presieduta da Pisanu, è ormai un ente inutile e inerte. Chissà se basterà a ridestarla dal letargo la denuncia del pm Roberto Scarpinato, che sabato, sul Sole-24ore, ha rivelato come il governo abbia tolto alle procure la password per accedere ai conti correnti. Impedendo così il sequestro di enormi capitali mafiosi. Una semplice coincidenza, si capisce: sono tutti troppo impegnati a celebrare l’”amico Giovanni”.

SCIOPERI E SCIOPERASTRI











Fonte: IL MANIFESTO

Udite udite. E diffondete. Forse è l'unico modo per permettere a questa notizia di raggiungere più orecchie possibile: i lavoratori di Mediaset sono in sciopero. Difendono i loro salari e chiedono che vengano ripristinate le "normali relazioni sindacali". Ma oggi devono prima di tutto lottare contro il silenzio. La loro astensione dal lavoro, infatti, sembra non interessare a nessuno. Di loro non parlano neanche le agenzie di stampa. Paradossale ma vero: accade "qualcosa" - qualcosa di inedito, c'è da dire - nella più grande azienda di comunicazione italiana, e i protagonisti faticano a bucare lo schermo. Ma tant'è, a Berluscolandia.I fatti: Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per oggi uno sciopero dei lavoratori della Videotime di Roma. La Videotime è la società licenziataria di Mediaset-Rti che lavora nei centri di produzione "Palatino" e "Elios". Qui vengono registrati programmi molto seguiti: dal Tg5 a Matrix a Forum. I lavoratori della Videotime si occupano anche del programma "Uomini e Donne" di Maria De Filippi, che però viene registrato a Cinecittà. Si tratta dei tecnici, della parte di produzione, dei parrucchieri, dei truccatori, dei sarti. Insomma, di tutto il personale che serve per mettere in piedi un programma. Ebbene, dall'anno scorso sono tempi di magra. Mediaset dice di essere in crisi (ricavi netti nell'anno 2008: +9%, utile netto: +14,3%) e per questo stringe la cinghia: niente più diaria per gli esterni, fermi i passaggi di livello, diminuzione dei premi di produzione, azzeramento della politica retributiva. Questo è quanto denunciano i sindacati: "Un esempio - spiega Roberto Crescentini, delegato fistel-Cisl della Rsu di Videotime - sabato registriamo Matrix. I lavoratori hanno chiesto di lavorare in straordinario. Ma l'azienda ha chiesto ai parrucchieri solo quattro ore di lavoro, e non sette. Alla domanda: perché? La risposta è stata: l'azienda è in crisi. Figurarsi - dice Crescentini - noi siamo i primi a non voler affossare l'azienda e a capire che è in corso una grave crisi economica e finanziaria. Ma Mediaset è in crisi?". La domanda è pertinente, visto che, racconta Crescentini: "Alla puntata di Forum in cui era ospite Barbara D'Urso, Mediaset ha pagato un parrucchiere 1.300 euro. Come anche viene pagato tutti i giorni un parrucchiere per la conduttrice Rita Dalla Chiesa, ad un prezzo che ci pare esorbitante, visto il momento: 700 euro". Insomma, dicono i lavoratori, se bisogna fare sacrifici che li facciano tutti.Secondo il dato dei sidnacati lo sciopero è andato benissimo: l'adesione ha sfiorato il tetto del 95%. Ultima chicca: il Comitato di redazione del Tg5 ha inviato un comunicato di solidarietà ai lavoratori di Videotime. Il comunicato, a quanto pare, doveva essere letto durante l'edizione odierna. Ma è stato stoppato. Ci sono notizie più importanti.

domenica 24 maggio 2009

NON HO DETTO QUELLO CHE HO DETTO E SE L'HO DETTO MI SONO SBAGLIATO

"Adesso diranno che offendo il Parlamento ma questa é la pura realtà: le assemblee pletoriche sono assolutamente inutili e addirittura controproducenti". Lo ha affermato il presidente Silvio Berlusconi all’assemblea di Confindustria nel quale il presidente del Consiglio ha sottolineato come le modalità di voto inducano i molti parlamentari a seguire le indicazioni di voto dei capigruppo".(Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio,http://www.votaberlusconi.it/notizie/arc_15740.htm, 21 maggio 2009, ore 16:36)

"La Finocchiaro e D'Alema si sono comportati in modo indegno, ignobile e spudorato attribuendomi parole che non ho mai pronunciato e cioè che il Parlamento sarebbe 'inutile e dannoso'. Evidentemente l'antico vizio stalinista di capovolgere la realtà non é mai venuto meno".(Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, iltempo.ilsole24ore, Roma, 22 maggio 2009)

Cantami, o diva...


Senza entrare nel merito della levatura artistica dei componimenti di Sandro Bondi, di seguito vi posto l'ultimo apparso su Vanity Fair n° 21, pag. 40, con tanto di breve introduzione:


Indro Montanelli ha due eredi: Vittorio Feltri e Giuliano Ferrara. Il direttore di Libero è forse quello che più gli assomiglia, per temperamento e per il nitore della scrittura. Lo ammiro anche perchè è un uomo totalmente libero, non asservito ad alcun potere. A Feltri dedico questa poesia:


Imbronciato candore
Telaio di parole
Caos redento
Pugnace cavaliere


Credo che Montanelli si stia rivoltando nella tomba...

venerdì 22 maggio 2009

QUARTO POTERE


Con la sentenza n. 4454/09 il TAR Lazio ha accolto il ricorso della dott.ssa Forleo contro il provvedimento del CSM che il 22 luglio 2008 ha ordinato il suo trasferimento dal Tribunale di Milano per incompatibilità ambientale. La dott.ssa Forleo ha impugnato anche tutti gli atti collegati, compresi quelli successivi che ne hanno formalizzato il trasferimento a Cremona, sempre con funzioni di GIP. L’intera sentenza può essere scaricata e letta a questo link.

Una sentenza, quella del Tar del Lazio, che parla di un trasferimento deciso «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente». La I Sezione, presieduta da Giorgio Giovannini, prende le mosse dal fatto che «nell'ordinamento attuale», il trasferimento per incompatibilità ambientale può ritenersi «integrato soltanto in una situazione non attribuibile a colpa del magistrato, che sia produttiva di un effetto costituito dall'impossibilità di svolgere nella sede occupata le proprie funzioni con piena indipendenza ed imparzialità». I giudici hanno ritenuto non sussistente «nemmeno l'altro presupposto»: vale a dire l' impossibilità per il magistrato di svolgere nella sede occupata le proprie funzioni «con piena indipendenza ed imparzialità».

Tutti gli atti di trasferimento impugnati con il ricorso al TAR sono quindi stati annullati.

Però stranamente non sono stati sprecati fiumi di inchiostro sui giornali, nè fiumi di parole al tg, come a suo tempo si fece nel parlare delle accuse mosse alla Forleo.

Stesso trattamento della nostra "informazione" riservato a Gioacchino Genchi, accusato pubblicamente dal Premier Silvio Berlusconi di avere un fantomatico archivio segreto “di centinaia di migliaia di persone controllate e questo dovrebbe convincere chi ha ancora qualche dubbio sul fatto che questo strumento di indagine [le intercettazioni] dovrebbe esser solo eccezionale” e che ha definito il tutto "il più grande scandalo della repubblica".

Il Garante per la privacy, Francesco Pizzetti, definiva "complessa" e "inquietante" la vicenda Genchi, mentre il segretario di Alleanza di Centro per le liberta', Francesco Pionati, tuonava che "il caso Genchi e' solo la punta dell'iceberg. Il veleno delle intercettazioni telefoniche rischia di condizionare la democrazia italiana".

Il collegio dei giudici presieduti da Francesco Taurisano, lo scorso 10 aprile, ha disposto l’annullamento del sequestro dell’archivio di Gioacchino Genchi. Non ha violato la legge quando, nella veste di collaboratore dell’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ha acquisito ed elaborato i tabulati telefonici relativi a utenze in uso a parlamentari ed esponenti dei servizi di sicurezza, né ha violato la privacy quando ha effettuato 2600 interrogazioni all’Anagrafe Tributaria utilizzando l’abilitazione del Comune di Mazara del Vallo. Scrive il riesame: “le attività di acquisizione, di elaborazione e di trattamento dei dati storicizzati nei tabulati attestanti il traffico telefonico non possono definirsi illecite”. Genchi “non violò le guarentigie a tutela dei parlamentari interessati dalle acquisizioni dei tabulati di traffico telefonico”, agendo, “di volta in volta, in forza del decreto autorizzatorio emesso dal pm, comunicandogli ogni emergenza di conoscenza storica circa il coinvolgimento di membri del Parlamento come soggetti intestatari ovvero usuari di utenze di telefonia”.

Insomma tutto più che regolare. E le accuse che per mesi hanno riempito, con dichiarazioni altisonanti, pagine di giornali e aule parlamentari, salotti televisivi e stanze del Csm? Tutto scoppiato come una bolla di sapone. Ma neanche questa volta la notizia è finita in prima pagina. Così come non ci era finita la richiesta di archiviazione dei giudici di Salerno per le accuse mosse contro De Magistris o la sentenza del Tribunale del Riesame che aveva ritenuto perfettamente legittimo il decreto di perquisizione contro i giudici della procura di Catanzaro. In quelle pagine la correttezza dell’operato di Genchi e quella di De Magistris erano già state dimostrate. Ma il Csm – in perfetta sintonia con le richieste della politica “oltraggiata” dalle indagini del magistrato – aveva deciso per il trasferimento di sede e funzione. Prima di De Magistris e poi, visto che il metodo funzionava, per gli stessi scomodi magistrati di Salerno.

Da wikipedia

QUARTO POTERE: si usa denominare quarto potere la capacità dei mass media di influenzare le opinioni e le scelte dell'elettorato. È questo un uso metaforico del termine potere, ispirato alla teoria giuridica della separazione dei poteri dello stato.
Il concetto emerse con la diffusione della stampa e l'enorme diffusione della televisione, che è diventata l'unica fonte di informazione per la stragrande maggioranza della popolazione dei paesi democratici, ha reso ancora più attuale il problema del riconoscimento costituzionale.
I rischi principali per la democrazia in seguito ad un uso improprio di questo potere, sono costituiti dal controllo politico dei mezzi di informazione e dall'accentramento di essi nelle mani di un ristretto gruppo di persone (solitamente grandi aziende). In questi due casi infatti, considerando che coloro che controllano i media tendono in genere a filtrare le informazioni che sono in contrasto con i propri interessi, si avrebbe una mancanza di pluralismo, e si ostacolerebbe quindi la possibilità dei cittadini-elettori di formarsi delle opinioni informate e di attuare delle scelte informate.

NEL NOME DEL PADRE


In Irlanda un rapporto di 2575 pagine a seguito di un inchiesta durata nove anni svela un quadro raccappricciante: le «industrial schools» irlandesi per 35 mila bambini e ragazzi abbandonati o in difficoltà, devianti o senza più i genitori, un network di 250 istituti organizzati dagli ordini religiosi cattolici per oltre mezzo secolo, fino alla chiusura decisa negli Anni Novanta, sono stati il palcoscenico segreto di crudeltà , luoghi dove «stupri, molestie e abusi erano endemici»

Uno scandalo che sconquassa la Chiesa cattolica nel Regno Unito. Quasi tutti i responsabili degli abusi e delle violenze sono garantiti da «immunità penale » perché nel 2004 la magistratura, su appello delle Congregazioni, assicurò l’anonimato degli aguzzini. Ora i vertici ecclesiali invocano il perdono, promettono il repulisti. Il Primate della Chiesa irlandese, Sean Brady, è esplicito: «Provo vergogna». Il comitato che tutela le vittime delle violenze scoperte dalla commisione si ribella. «Tocca al Papa convocare un concistoro speciale per investigare le attività della Chiesa cattolica in Irlanda».

Il 29 settembre 2006 la BBC trasmise il documentario Sex Crimes and Vaticans (da noi mandato in onda durante la trasmissione Annozero il 31 Maggio 2007) la cui tesi di fondo era che la Chiesa tratti i casi di abusi di minori con omertà.

L'analisi partiva dal documento Crimen sollicitationis (in latino crimine di "provocazione" o "adescamento"), un documento riservato emesso nel 1962 dal Sant'Uffizio (ora Congregazione per la Dottrina della Fede), diretto «a tutti i patriarchi, arcivescovi, vescovi e altri ordinari del luogo, anche di rito orientale».
Il documento, redatto dal Card. Alfredo Ottaviani e approvato da papa Giovanni XXIII, stabiliva la procedura da seguire secondo il diritto canonico nelle cause di sollicitatio ad turpia, cioè quando un chierico (presbitero o vescovo) veniva accusato di usare il sacramento della confessione per fare avances sessuali ai/alle penitenti.

« Ad normam constitutionum apostolicarum et nominatim constitutionis Benedicti XIV Sacramentum Poenitentiae, 1 Iun. 1741, debet poenitens sacerdotem, reum delicti sollicitationis in confessione, intra mensem denuntiare loci Ordinario, vel Sacrae Congregationi S. Officii; et confessarius debet, graviter onerata eius conscientia, de hoc onere poenitentem monere. »

(IT)
« A norma delle costituzioni apostoliche e in particolare della costituzione Sacramentum Poenitentiae del 1º giugno 1741, il penitente deve denunciare all'ordinario del luogo o alla Sacra Congregazione del Sant'Uffizio nello spazio di un mese il sacerdote reo del delitto di sollecitazione nella confessione; e il confessore deve, sotto obbligazione grave di coscienza, far presente tale dovere al penitente. »
(Can. 904)


(LA)
« Qui sollicitationis crimen de quo in can. 904, commiserit, suspendatur a celebratione Missae et ab audiendis sacramentalibus confessionibus vel etiam pro delicti gravitate inhabilis ad ipsas excipiendas declaretur, privetur omnibus beneficiis, dignitatibus, voce activa et passiva, et inhabilis ad ea omnia declaretur, et in casibus gravioribus degradationi quoque subiiciatur. »

(IT)
« Colui che avrà commesso qualsiasi crimine di sollecitazione del quale parla il can. 904 sia sospeso dalla celebrazione della Messa e dall'ascolto delle confessioni sacramentali, e secondo la gravità del delitto sia dichiarato inabile a ricevere le stesse, sia privato di tutti i benefici, dignità, voce attiva e passiva, e sia dichiarato inabile a tutto ciò, e nei casi più gravi sia sottoposto a degradazione. »

Invece il nuovo Codice di Diritto Canonico (1983) si esprime in questi termini:

« Can. 1387 - Il sacerdote che, nell'atto o in occasione o con il pretesto della confessione sacramentale, sollecita il penitente al peccato contro il sesto precetto del Decalogo, a seconda della gravità del delitto, sia punito con la sospensione, con divieti, privazioni e, nei casi più gravi, sia dimesso dallo stato clericale. »

Il documento impone un vincolo assoluto di segretezza sia per le cause trattate che per il documento stesso, sia durante il procedimento che successivamente alla decisione ed esecuzione della sentenza (§11).

« Nello svolgere questi processi si deve avere maggior cura e attenzione che si svolgano con la massima riservatezza e, una volta giunti a sentenza e poste in esecuzione le decisioni del tribunale, su di essi si mantenga perpetuo riserbo. Perciò tutti coloro che a vario titolo entrano a far parte del tribunale o che per il compito che svolgono siano ammessi a venire a conoscenza dei fatti sono strettamente tenuti al più stretto segreto (il cosiddetto "segreto del Sant'Uffizio"), su ogni cosa appresa e con chiunque, pena la scomunica latae sententiae, per il fatto stesso di aver violato il segreto (senza cioè bisogno di una qualche dichiarazione); tale scomunica è riservata unicamente al sommo pontefice, escludendo dunque anche la Penitenzieria Apostolica. [ossia: tale scomunica può essere ritirata solamente dal papa, NdT] »

Il giuramento di silenzio perpetuo su ogni cosa avvenuta durante le fasi del processo è obbligatorio per tutti gli intervenuti nel procedimento canonico: gli imputati ma anche le vittime dei crimini contestati e gli eventuali testimoni (§13).
« Prometto, mi obbligo e giuro che manterrò inviolabilmente il segreto su ogni e qualsiasi notizia, di cui io sia messo al corrente nell'esercizio del mio incarico, escluse solo quelle legittimamente pubblicate al termine e durante il procedimento »

L'istruzione Crimen sollicitationis venne menzionata nel 2001 nella lettera De delictis gravioribus, che individua «i delitti più gravi sia contro la morale sia nella celebrazione dei sacramenti», rivedendo il Crimen sollicitationis alla luce delle recenti riforme dei codici di diritto canonico. La lettera, firmata dall'allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale Joseph Ratzinger, e dall'allora segretario della Congregazione, cardinale Tarcisio Bertone, era rivolta «ai vescovi di tutta la Chiesa cattolica e agli altri ordinari e gerarchi interessati». Nella lettera si legge testualmente:

« Quasi nel medesimo tempo la Congregazione per la dottrina della fede con una Commissione costituita a tale scopo si applicava a un diligente studio dei canoni sui delitti, sia del Codice di diritto canonico sia del Codice dei canoni delle Chiese orientali, per determinare «i delitti più gravi sia contro la morale sia nella celebrazione dei sacramenti», per perfezionare anche le norme processuali speciali nel procedere «a dichiarare o a infliggere le sanzioni canoniche», poiché l'istruzione Crimen sollicitationis finora in vigore, edita dalla Suprema sacra Congregazione del Sant'Uffizio il 16 marzo 1962, doveva essere riveduta dopo la promulgazione dei nuovi codici canonici »

(De delictis gravioribus. Lettera inviata dalla Congregazione per la dottrina della fede ai vescovi di tutta la Chiesa cattolica e agli altri ordinari e gerarchi interessati, 18 maggio 2001.)

La De Delictis Gravioribus a firma di Ratzinger, attribuisce dunque, alla Congregazione per la dottrina della fede, una propria autonoma “giurisdizione” che aveva il suo decorso dal momento della denuncia di un eventuale crimine, fino ai dieci anni successivi al giorno in cui il minore avesse compiuto i diciotto anni d'età. Secondo le istruzioni di Ratzinger, i resoconti delle “indagini preliminari” su ogni singolo caso di abuso avrebbero dovuto essere inviati all'ufficio di cui lui era a capo, il quale ne avrebbe riferito a speciali tribunali vaticani, al cui interno le cariche di giudice, pubblico ministero, notaio e rappresentante legale venivano ricoperte esclusivamente da ecclesiastici. “Situazioni di questo tipo sono coperte dal segreto pontificio”, concludeva la lettera di Ratzinger. L'infrazione del segreto pontificio veniva intesa come una grave azione, perseguibile anche attraverso la scomunica.

Nell'estate del 2003 l’avvocato Carmen Durso di Boston (Massachusetts, USA) consegnò una copia dell'Istruzione del 1962 Crimen Sollicitationis al procuratore Michel J. Sullivan, chiedendogli di riscontrare gli elementi, all'interno della giurisdizione federale, per procedere contro le gerarchie vaticane, colpevoli, a suo avviso, di aver deliberatamente coperto i casi di abusi sessuali che vedevano coinvolti membri del clero.
Contestualmente, un'altra lettera arrivò sul tavolo del procuratore, firmata da Daniel Shea, avvocato di Houston (Texas, USA) ed ex seminarista, che aveva scoperto il documento del 1962 e ne aveva dato copia al quotidiano “Worcester Telegram & Gazette” di Boston e all'avvocato Durso.

Il caso venne portato all'attenzione pubblica internazionale dalla rete televisiva statunitense CBS. Le gerarchie vaticane si difesero sostenendo che le norme contenute nel documento del 1962 non avevano più alcun valore vincolante dal momento in cui erano entrate in vigore le riforme del Codice di diritto canonico, nel 1983. In realtà, come spiegava l’avvocato Shea nella sua lettera e come evidenziato dal succitato testo in latino e nella sua traduzione in italiano, la Crimen Sollicitationis era citata come ancora in vigore in una nota dell'epistola De Delictis Gravioribus, firmata da Ratzinger.
Per altro Ratzinger era stato accusato negli Usa di complotto per coprire le molestie sessuali contro tre ragazzi da parte di un seminarista.

Il vice ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Peter Keisler, ha però bloccato la procedura giudiziaria ricorrendo alla cosiddetta "suggestion of immunity", una misura legale che stando a quanto stabilito dalla Corte Suprema dev’essere obbligatoriamente recepita dai tribunali di grado inferiore. Keisler ha ufficialmente informato il tribunale che Benedetto XVI gode di immunità come Capo di Stato, sottolineando dunque che avviare il procedimento sarebbe «incompatibile con gli interessi della politica estera degli Stati Uniti», che dal 1984 hanno allacciato rapporti diplomatici con la Santa Sede. La stessa Ambasciata del Vaticano a Washington aveva chiesto all’Amministrazione di intervenire con la "immunity suggestion" e chiudere il caso.
E così sia.






Signore e Signori Buonanotte

mercoledì 20 maggio 2009

L'OTTIMISMO VOLA



Rinfranchiamoci: il peggio è ormai è passato.
Almeno questo sostiene il nostro Premier in merito alla crisi economica: "c'é stato un diluvio, ma dopo tutto è tornato come prima, meglio di prima"

Si tratta solo di "un 'atteggiamento colpevole'' dei media che dipingono la crisi come "irreversibile e catastrofica". E del comportamento "assolutamente colpevole" dell'opposizione, anche perché "credo che il momento peggiore della crisi sia superato".
Insomma è la solita macchinazione della sinistra che dopo aver sobillato Veronica Lario, la stampa e aver preso il controllo della magistratura, sparge pessimismo a piene mani.

Tratto dall' ANSA di oggi:

INDUSTRIA: ISTAT, CROLLANO FATTURATO E ORDINATIVI

ROMA - Il fatturato dell'industria italiana a marzo è diminuito dello 0,8% rispetto a febbraio e del 22,6% rispetto a marzo 2008, in base all'indice corretto per gli effetti di calendario (22 giorni lavorativi contro i 20 dello scorso anno). Lo comunica l'Istat precisando che l'indice grezzo del fatturato ha registrato un calo tendenziale del 17,5%. Gli ordinativi dell'industria italiana a marzo hanno registrato un calo del 26% rispetto a marzo 2008 e del 2,7% rispetto a febbraio 2009. Il fatturato dell'industria degli autoveicoli a marzo è diminuito del 27,9% rispetto a marzo 2008, mentre gli ordinativi sono calati del 19%.

Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare

Si sente braccato Berlusconi. E le sue dichiarazioni in conferenza stampa riguardo alla sentenza Mills ne sono una prova. Sbuffa, ringhia, urla, si agita, giura sui suoi figli, l'atmosfera si surriscalda.

Prima le Veline alle Europee, poi la vicenda Noemi e la richiesta di divorzio della moglie, adesso questo.

E' provato e si vede. Continua a ripetere che ha il consenso del 75 % degli italiani, come un mantra, come per convincere più sè stesso che gli altri.

Dice che quando avrà tempo, riferirà in Senato e finalmente dirà quello che pensa della magistratura.

Non ho doti da preveggente, ma provo a indovinare cosa dichiarerà, prendendo spunto da sue affermazioni passate:

_ "Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perchè lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana" (intervista rilasciata a Boris Johnson, direttore di «The Spectator» e Nicholas Farrel, editorialista de «La Voce» di Rimini nel settembre 2003)

_ "Folli le accuse provenienti dai giudici", "giudici ideologizzati, che cercano di sovvertire la democrazia", "Vogliono impedirmi di governare", "I giudici politicizzati sono la metastasi della democrazia" (dichiarazioni fatte alla Confesercenti il 25 giugno 2008)

Ieri ha risposto all'inviata dell'Unita' Claudia Fusani che gli chiedeva se, dopo le motivazioni della sentenza Mills, non fosse il caso di farsi processare e quindi di congelare il lodo Alfano. ''Con questi giudici non si puo' fare - è esploso - Il processo c'e' ed e' a Mills. Ci sara' un appello, ci sara' un altro giudice ed io sono sereno. Quando il processo riprendera' ci sara' una assoluzione assoluta''. La giornalista insisteva: si faccia processare. Berlusconi ha alzato moltissimo la voce: ''Su questa cosa mi infurio. Lo posso giurare sui miei figli. Non perdo tempo a risponderle. Me ne vado o senno' se ne va lei. Questa cosa mi fa infuriare, e' come se mi dicessero che non mi chiamo Silvio Berlusconi''.

Il Premier, all'indomani dell' approvazione del Lodo Alfano con il quale veniva stabilita l'immunità per le quattro cariche più importanti dello Stato, aveva dichiarato:

"Ho già detto che non mi sarei avvalso, per processi anteriori al 2000, della norma che è stata chiamata blocca-processi o salva-premier ".

Peccato che in realtà i dibattimenti anteriori al 2000 siano tutti caduti in prescrizione (grazie a leggi ad hoc) o giunti a conclusione. E ovviamente il caso Mills non rientra tra i processi anteriori a tale data.

Casini inoltre dichiarava: "Sono certo che Berlusconi farà prevalere il suo senso delle istituzioni e non si avvarrà del lodo Alfano per nessuno dei suoi procedimenti penali"

La speranza è l'ultima a morire...

martedì 19 maggio 2009

Italia impara!


Tempesta in Gran Bretagna, investita da uno scandalo che ha fatto infuriare i cittadini e la regina stessa.


Facciamo un passo indietro.


Il Daily Telegraph , un quotidiano filoconservatore, è entrato in possesso, tramite una talpa a Westminster, di un dischetto con tutti i rimborsi spese dei deputati pagando - secondo le indiscrezioni - 150 mila sterline, circa 170 mila euro.

Da allora ogni giorno il Telegraph pubblica dieci pagine di documenti riservati, seguito a ruota da tutti i media e rotocalchi nazionali.

I deputati, in questo paese, hanno un salario di 60 mila sterline l'anno (la metà di quelli italiani, che sono i meglio pagati d'Europa). Possono incrementarlo mettendo in conto allo stato una serie di spese: per la "seconda casa" a Londra (se vengono da fuori), per il vitto, per la rappresentanza. Lo scoop del Telegraph rivela che alcuni hanno violato la legge: per esempio facendosi rimborsare un mutuo già estinto, o (è il caso di una coppia di deputati marito e moglie) chiedendo un doppio rimborso per una singola "seconda casa". La maggior parte delle richieste sono invece legittime, in base alla legge, ma sono "ingiuste" eticamente, come ha detto David Cameron, leader dei conservatori: rifarsi fare la piscina, il campo da tennis, acquistare nuovi elettrodomestici, comprare perfino cioccolatini e Tampax a spese dello Stato, ossia del contribuente, appare immorale, specie in un momento di dura crisi economica. Sia Brown che Cameron hanno destituito i deputati colpevoli degli episodi più imbarazzanti, ordinato agli altri di restituire il maltolto e sostenuto l'esigenza di una riforma del sistema.

Si chiedono addirittura le elezioni anticipate e oggi Michael Martin, Presidente della Camera dei Comuni, nonostante non si sia macchiato di nessuna delle colpe oggetto dello scandalo, ha dichiarato che lascerà il suo ruolo il 21 giugno. Il suo errore? Non avere fatto pulizia in Parlamento e avere di fatto permesso un clima di immoralità.

In italia sarebbe accaduto lo stesso?

Nel 2007 Mastella usava l' Aibus presidenziale insieme al figlio per andare a vedere il Gran Premio di Monza, tutto ovviamente a nostre spese.

Il 9 Giugno 2007 (sarà stata un'annata particolarmente fruttuosa?) il Senatore Selva, per arrivare in tempo ad un dibattito per La7, fingeva un malore e si faceva trasportare da un' ambulanza del 118 all'indirizzo degli studi televisivi, dicendo che era quello del suo medico di fiducia. Dopo l'episodio aveva anche annunciato le dimissioni, poco dopo ritirate.

Nel libro "La Casta" si parla di richiesta di rimborsi per voli aerei di rappresentanza per un totale giornaliero di 37 ore; "rimborsi" elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute; organici di presidenza nelle regioni più "virtuose" moltiplicati per tredici volte in venti anni, spese di rappresentanza dei governatori fino a dodici volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco, province che continuano ad aumentare nonostante da decenni siano considerate inutili, indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese aostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249mila, candidati "trombati" consolati con 5 buste paga.


Ma sembra che a noi italiani tutto scivoli addosso, viviamo in una sorta di atarassia perenne o forse siamo solo un popolo estremamente paziente (e poco informato)...

I GIUDICI: MILLS AGI' PER L'IMPUNITA' DI BERLUSCONI


ANSA - L'avvocato inglese David Mills condannato a Milano a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari agì "da falso testimone" - si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna -"per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati".Mills era accusato di aver preso 600mila dollari per fornire dichiarazioni false o reticenti in due datati processi milanesi: All Iberian e quello sulla corruzione nella Guardia di Finanza. La posizione di Silvio Berlusconi, coimputato di Mills, era stata stralciata in quanto i giudici della decima sezione del Tribunale di Milano avevano trasmesso gli atti del processo alla Consulta perche' verificasse la corrispondenza alla Costituzione del cosiddetto Lodo Alfano, riguardante le quattro piu' alte cariche dello Stato. Il dibattimento nei confronti di Berlusconi e' quindi stato sospeso.


Vediamo quanti tg oggi daranno questa notizia...

lunedì 18 maggio 2009

IL PROBLEMA DELL'ENERGIA


Mi è tornato alla mente un trafiletto di Stefano Lentati apparso sul primo numero di Wired italiano.

Tre semplici punti:


1. Il sole invia sulla Terra ogno ora circa 400 miliardi di joule. Se questa energia fosse resa disponibile, l'intera popolazione umana impiegherebbe un intero anno per utilizzarla.


2. L'intero fabbisogno elettrico italiano potrebbe essere soddisfatto da una superficie di pannelli fotovoltaici uguale a quella della provincia di Piacenza 2400 kmq (equivalenti ad un quadrato inferiore ai 50 km di lato)

3. Per spegnere la sete di elettricità dell'intero pianeta basterebbero circa 90 mila kmq di pannelli fotovoltaici di ultima generazione, un'area poco più piccola del Portogallo. Lo sviluppo di tecnologie più efficienti potrebbe consentire di ridurre in maniera notevole la superficie necessaria.


In Italia invece si parla di un ritorno al nucleare, con l'ipotetica costruzione di 4 centrali nucleari di terza generazione, presentata come la panacea alla nostra dipendenza dall'estero.

In realtà quattro centrali nucleari coprirebbero circa il 5-7 % del fabbisogno di energia nazionale.

Non abbiamo miniere di uranio , i maggiori produttori sono Australia e Canada, quindi la costruzione di centrali nucleari non ci renderebbe indipendenti dall'estero per l'energia, trasferirebbe soltanto la dipendenza alle fonti fossili all'uranio. Inoltre l’uranio e’ una risorsa naturale in via di esaurimento, esattamente come il petrolio. Per il centro di ricerca australiano Abare e per l’Agenzia internazionale dell’energia (che e’ favorevole all’uso dell’energia nucleare), la domanda mondiale di uranio potra’ essere soddisfatta solo fino al 2030.

Facendo un rapido calcolo, tenendo conto che per costruire una centrale nucleare ci vogliono all'incirca una decina d'anni, se la prima pietra venisse posata oggi (ma il premier ha dichiarato che verrà posata entro la fine del mandato, quindi volendo anche nel 2013), usfruiremmo di energia nucleare solo per 11 anni, dal 2019 al 2030. In un così breve arco di tempo non si riuscirebbe neanche a rientrare dei costi di costruzione delle centrali. Ma anche se non si esaurisse nel 2030, l'uranio comunque diventa sempre più raro e costoso, quindi non avremmo neanche un risparmio sul prezzo dell'energia come paventato.

E poi il tasto più dolente: le scorie radioattive. Dove andranno a finire?
Ma poi non avevamo fatto un referendum abrogativo per il nucleare nel 1987?


Comunque non mi preoccuperei più di tanto, questo proposito mi ricorda quello del Ponte sullo stretto...


OCSE: ITALIA 23/A PER SALARI, TRA I PIU' BASSI D'EUROPA


ANSA- La busta paga degli italiani è tra le più leggere tra quelle non solo dei grandi Paesi industrializzati ma anche nell'eterogeneo mondo dei Paesi Ocse. Sui trenta paesi che fanno riferimento all'organizzazione di Parigi, l'Italia, con un salario medio annuo netto di 21.374 dollari si colloca al 23/o posto. Davanti, in termini di salari, ci sono non solo Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti, Germania, Francia ma tutti i Paesi europei, fatta eccezione del Portogallo e dei paesi dell'Allargamento. Mediamente dunque il salario medio di un italiano non arriva a 16.000 euro l'anno, poco più di 1.300 euro al mese. I dati sono contenuti nel Rapporto dell'Ocse sulla tassazione dei salari, aggiornato al 2008 e appena pubblicato dalla stessa organizzazione di Parigi. L'Italia non 'schioda' dalla coda della classifica dei salari: anche lo scorso anno era infatti al ventitreesimo posto, considerati gli stessi parametri di confronto.[...]


Gli italiani nel 2008 hanno guadagnato mediamente il 17% in meno della media Ocse. Salari penalizzati anche se il raffronto viene fatto con la Ue a 15 (27.793 di media) e con la Ue a 19 (24.552). I dati si riferiscono al salario netto medio di un lavoratore single senza carichi di famiglia. E' espresso in dollari e a parità di potere d'acquisto, includendo cioé la dinamica dei prezzi interna a ciascun Paese.[...]


Un italiano in un anno guadagna mediamente il 44% in meno di un inglese, il 32% in meno di un irlandese, il 28% in meno di un tedesco, il 18% in meno di un francese. Solo sette i Paesi con salari inferiori: Portogallo, Repubblica Ceca, Turchia, Polonia, Repubblica Slovacca, Ungheria e Messico, fanalino di coda e unico Paese nell'Ocse, quello americano, dove il salario netto annuale non arriva neanche e a 10.000 dollari l'anno.


di Manuela Tulli

domenica 17 maggio 2009

IL POVERO MASTELLA


Gennaio 2008: scoppia il caso Mastella.

Indagati: il sopracitato Mastella, allora Ministro della Giustizia (???), la moglie Sandra Lonardo, Presidentessa del consiglio regionale della Campania, per la quale saranno predisposti anche gli arresti domiciliari, il consuocero di Mastella e una dozzina di politici regionali e locali tutti in quota Udeur.

Seguono: fiumi di parole da parte della classe politica, tutta solidale con il Ministro , dipinto come una sorta di perseguitato della Magistratura; fiumi di inchiostro da parte della stampa, volta a suffraggiare la tesi vittimistica; le dimissioni, del Ministro, fatto più unico che raro oggi come oggi; la caduta del governo e il passaggio di Mastella dal centrosinistra al PDL, con cui ora si presenta alle elezioni europee di giugno.

Ma tra le dimissioni e la candidatura alle Europee cosa è successo? Diciamolo chiaramente: la maggior parte della gente, me compresa, era convinta che le indagini e l' inchiesta fossero finite nel nulla. Tutto a posto insomma.

E' di venerdì, invece, la notizia che la procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio del leader dell'Udeur Clemente Mastella e della moglie Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale della Campania, coinvolti nell'inchiesta su presunti illeciti nell'assegnazione di incarichi e appalti.

Per il capo dell' Udeur, infatti, sono state confermate le accuse di concussione, abuso d'ufficio e rilevazione del segreto d'ufficio, escluso il reato di associazione a delinquere.

Ma entriamo nello specifico delle accuse.

PRIMA ACCUSA DI CONCUSSIONE: nel 2006 il presidente della Regione Bassolino (nei cui confronti era stato aperto per questo stesso episodio un fascicolo per abuso d´ufficio poi archiviato) sarebbe stato «costretto» a nominare come commissario dell´ASI di Benevento una persona «gradita» a Mastella attraverso una «pressione politica e amministrativa» sulla Regione operata in concorso con Camilleri e i due ex assessori regionali Abbamonte e Nocera.

SECONDA ACCUSA DI CONCUSSIONE: oltre a Mastella, vede protagonisti la moglie Sandra Lonardo (che per questo episodio finì agli arresti domiciliari), Abbamonte, Ferraro, Errico e il consulente giuridico della Lonardo, Felice Casucci, per le presunte pressioni esercitate su Luigi Annunziata, manager dell´azienda ospedaliera Sant´Anna e Sebastiano di Caserta, allo scopo di ottenere la nomina di tre primari. Obiettivo che non si concretizzò, rilevano i magistrati, «a causa della fermezza opposta da Annunziata».

TERZA ACCUSA DI CONCUSSIONE: l'ex Ministro deve rispondere per un´altra nomina, quella per un posto di assessore al Comune di Cerreto Sannita fatta avere ad un esponente dell' Udeur.

ABUSO DI UFFICIO 1: accusato per un presunto interessamento, poi non andato a buon fine, relativo all´esito di un ricorso al Tar in concorso con il giudice amministrativo De Maio e l´ex segretario del Tar Lucariello.

ABUSO DI UFFICIO 2: accuse di presunte irregolarità a vantaggio di una comunità montana (anche qui Mastella si sarebbe avvalso dell’aiuto del consuocero)


Attendiamo gli sviluppi, sperando che qualcuno ce ne dia notizia...