venerdì 15 maggio 2009

In memoria di "Peppino" Impastato, vittima innocente di Cosa Nostra


« Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! »

(Peppino Impastato/Luigi Lo Cascio, da il film "I 100 passi")


Peppino Impastato muore nella notte tra l'8 e il 9 Maggio 1978, nel giorno del delitto Moro. Oscurati dalla tragedia nazionale in atto in quei giorni, la sua storia e la sua tragica fine resteranno ignoti alla massa per più di vent'anni, sino all'uscita del film "I cento passi" del 2000.

Aveva 30 anni Peppino. Una morte inizialmente archiviata da stampa, forze dell'ordine e magistratura come un atto terroristico di cui l'attentatore sarebbe rimasto vittima e come suicidio dopo la scoperta di una lettera scritta molti mesi prima.Solo grazie all'attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta Impastato viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l'inchiesta giudiziaria,che vedrà nel Boss Badalamenti e nel suo vice Palazzolo i mandanti del delitto. Il 5 marzo 2001 (meglio tardi che mai) la Corte d'Assise riconosce Vito Palazzolo colpevole e lo condanna a trent'anni di reclusione. L'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti viene condannato all'ergastolo.
Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si costituisce un Comitato sul caso Impastato e il 6 dicembre 2000 viene approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini. Nella commissione si rendono note le posizioni favorevoli all'ipotesi dell'attentato terroristico poste in essere dai seguenti militari dell'arma: il Maggiore Tito Baldo Honorati, il maggiore Antonio Subranni, il maresciallo Alfonso Travali.

Ma chi era Impastato?Peppino Impastato era nato a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso nel 1963 in un agguato nella sua Giulietta imbottita di tritolo).

Ancora ragazzo rompe con il padre, che lo caccia di casa, ed avvia un'attività politico-culturale antimafiosa. Nel 1965 fonda il giornalino "L'idea socialista" e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi, partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.

Nel 1975 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1976 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, tramite la quale denuncia e sbeffeggia gli affari dei mafiosi di “Mafiopoli” (così è da lui chiamata Cinisi) e Terrasini, in particolare “Tano Seduto” Gaetano Badalamenti, ed i loro legami con la politica e le istituzioni del “Maficipio”. Il programma più seguito era "Onda pazza", trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici.

Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato qualche giorno prima delle votazioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani.
Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale.

Manteniamo vivo il ricordo di quest'uomo che ha dato la vita per qualcosa in cui credeva, affinchè la sua vita sia un monito per i giovani e la sua morte non diventi vana. Per non ucciderlo una seconda volta.
"Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore "
(Dalla canzone I Cento Passi dei Modena City Ramblers)

Consiglio di leggere questo bel ricordo di Peppino:

Per chi volesse avere maggiori informazioni:

Consiglio anche la Visione del film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana

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