mercoledì 3 giugno 2009

LA FATTORIA DI ARCORE


C'era una volta, nella Fattoria di Arcore, un verro di nome Cavaliere Napoleon.

Una giorno fece un sogno: gli animali erano liberi dal giogo dell'ideologia comunista ed erano i soli artefici del proprio destino (la famosa idea del "self-made man"). Il Cavaliere Napoleon riferì il suo sogno al fido compagno, il Cavallo Mangano, e all'amico maiale Dell'Utri e fece notare a tutti gli animali della fattoria come il loro unico nemico fossero i comunisti, mangiatori di animali e portatori di pessimismo, arrivando a formulare questa massima: «Tutto ciò che ha quattro gambe o ali è buono, tutto ciò che è rosso è cattivo».

Il Cavaliere Napoleon insegnò agli altri animali un canto che aveva appreso da piccolo da un maiale di nome Apicella e che profetizzava la liberazione degli animali in un tempo futuro.

Erano anni turbolenti, il fattore Mr. Craxi, era fuggito in seguito allo scandalo di Tangentopoli e alla rivolta degli altri animali, sdegnati da quanto era emerso.

Decise così di riempire il vuoto lasciato dal fattore e fece la sua discesa nel Campo della Fattoria, temendo l'ascesa degli ex-comunisti.

Cavaliere Napoleon si propose come innovatore e modernizzatore dello Fattoria, promise una forte sburocratizzazione e riorganizzazione del lavoro, ed un ridimensionamento della disoccupazione promettendo un milione di posti di lavoro.

Si circondò di un gruppo di cani come sue milizie, un cane da riporto di nome Vespa e il fido Fede.
C'era anche Minimus Bondi, il maiale poeta che cantava le gesta di Cavaliere Napoleon.
Cambiò anche l'inno della Fattoria: da "Forza Fattoria" a "Meno male che Napoleon c'è", tra il plauso delle pecore .

Cominciò a curare la sua immagine, a camminare su due zampe per sembrare più alto e a impiantarsi peli dove cominciavano a mancare a causa dell' età.

Con furbizia fece ricadere tutte le colpe sulla sinistra e si attribuì invece tutti i meriti , come ad esempio il progetto della costruzione di un ponte su un fiumicello che attraversava la fattoria, che però non vennè mai realizzato; anche in questo caso il fallimento dell'idea venne fatto passare come un atto terrorista della sinistra.

Ben presto emerse una nuova classe formata da scrofe-veline, maiali a cui aveva fatto favori, fratelli e parenti che aveva chiamato dalle altre fattorie, che con la loro astuzia, il loro egoismo e la loro cupidigia si imposero in modo prepotente e tirannico sugli altri animali più ingenui e semplici.

Gli ideali di uguaglianza e fraternità proclamati al tempo della sua discesa nel Campo furono infine traditi da una legge, chiamata Lodo Alfano: "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri".

Liberamente tratto da "Animal Farm" di Orwell

1 commento:

  1. bel post! ironia e sarcasmo, bello anche il la trasformazione dei mafiosi in animali quali sono. vedi il mio blog e ti farai quattro risate! ciao a presto
    articolo21.iobloggo.com

    RispondiElimina